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Propaganda elettorale: Garante, no all’uso dei dati dei pazienti

Il Garante per la protezione dei dati personali ha recentemente sanzionato due medici liguri con una multa di 10.000 euro ciascuno per aver utilizzato in modo illecito i dati personali dei propri pazienti a fini di propaganda elettorale, in occasione delle elezioni comunali. Si tratta di un caso emblematico che mette in luce i limiti rigorosi all’uso dei dati sanitari e la necessità del consenso esplicito per finalità diverse da quelle terapeutiche.


⚖️ Cosa è accaduto

L’Autorità ha rilevato due distinti episodi di violazione:

1️⃣ Il caso del chirurgo oncologo

  • Il medico ha inviato lettere elettorali personalizzate a circa 50 pazienti oncologiche con cui aveva instaurato un rapporto “più stretto e personale”.

  • Le comunicazioni richiamavano esplicitamente la malattia delle pazienti, collegandola alla propria candidatura.

  • Il Garante ha considerato l’illecito particolarmente grave e invasivo, poiché sfrutta un contesto di fragilità e fiducia terapeutica per finalità personali e politiche.

2️⃣ Il caso del medico di medicina generale

  • Il dottore ha inviato email elettorali a circa 500 pazienti.

  • Grave l’ulteriore violazione di non aver usato la modalità “copia conoscenza nascosta (CCN)”, rendendo così visibili a tutti gli indirizzi degli altri destinatari — e quindi la condizione di malattia dei pazienti coinvolti.


📜 Il principio fondamentale ribadito dal Garante

I dati personali raccolti per finalità sanitarie non possono essere utilizzati per scopi diversi, come la propaganda elettorale, senza uno specifico consenso informato dell’interessato.

Inoltre:

  • Anche l’indicazione implicita di una condizione sanitaria (es. il semplice fatto di essere paziente) è un dato sensibile, e quindi richiede particolari cautele e protezioni.

  • In entrambi i casi, non vi era alcuna base giuridica che potesse legittimare l’uso dei dati personali per fini politici.


🔎 Conseguenze dei provvedimenti

  • Sanzione amministrativa di 10.000 euro per ciascun medico;

  • Pubblicazione dei provvedimenti sul sito del Garante;

  • Trasmissione all’Ordine dei Medici per eventuali valutazioni disciplinari.

Il Garante ha comunque tenuto conto del fatto che non vi erano precedenti a carico dei due medici, attenuando così la severità della sanzione.

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