Giurisprudenza consumatori

Consiglio di Stato sez. VI, 05/04/2024, n.3175

Pratiche scorrette di Poste Italiane

Il fenomeno delle pratiche commerciali scorrette, al netto della loro classificazione in ingannevoli o aggressive, trova un punto di ancoraggio normativo nella diligenza professionale quale metro di valutazione delle condotte aziendali nei rapporti con i consumatori. Tale principio si traduce, in concreto, nella necessità che ogni informazione veicolata dal professionista, particolarmente in ambiti di elevato interesse sociale come quello dei servizi postali, sia completa, veritiera e trasparente, onde evitare di falsare il comportamento economico del consumatore medio. Ne consegue l’incompatibilità con tale diligenza di ogni forma di comunicazione che, per omissione o presentazione scorretta di informazioni rilevanti, possa indurre il destinatario in errore rispetto alla natura e ai limiti del servizio offerto. La valutazione della gravità della pratica scorretta tiene conto dell’ampiezza e della diffusione della condotta, nonché della capacità del professionista di influenzare la libera scelta del consumatore, pur senza che necessariamente si richieda un nesso diretto con un danno effettivamente verificatosi. La rigorosa applicazione di tali principi viene modulata in funzione della risposta sanzionatoria, che deve essere commisurata e proporzionata in base alla gravità effettiva della condotta e all’entità del professionista coinvolto, mantenendo un saldo equilibrio tra tutela del consumatore e esigenze di correttezza e trasparenza del mercato.

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